Mozione sulla proposta di aumento della contribuzione studentesca
Il Sindacato degli Studenti intende esprimere fortissima perplessità e disappunto per la manovra di aumento delle tasse presentata dall’amministrazione a questo senato accademico e posta oggi in discussione.
In nessuna università del nostro paese si è mai proceduto ad una revisione della contribuzione studentesca di tale portata nel giro di così poco tempo: questo, oltre a denotare una visione della rappresentanza studentesca svuotata del suo valore fondamentale di interlocutore necessario, è sintomo della volontà di questa università di coprire i buchi di bilancio attraverso il più comodo dei provvedimenti, andando a scaricare sulle spalle degli studenti e delle loro famiglie la responsabilità del governo e di questa amministrazione, che non ha voluto mettersi a un tavolo per fare un’analisi attenta e dettagliata degli sprechi e scegliere con tutte le parti che compongono la nostra università quale strada intraprendere per superare questo momento di crisi.
Facendoci forti dell’enorme appoggio ricevuto dagli studenti, che in centinaia hanno firmato una petizione per favorire una soluzione concordata fra rettorato, professori, tecnici e studenti per risolvere l’attuale situazione finanziaria, e di fronte all’imposizione di questa manovra, per la quale ci viene chiesto di votare prima ancora di aver avuto un confronto con gli studenti che noi rappresentiamo, non possiamo che chiedere a gran voce il ritiro di questa delibera e la costituzione di un gruppo di lavoro aperto per analizzare il bilancio e individuare i sacrifici che tutte le parti dell’ateneo sono tenute a fare per contribuire alla prosecuzione delle attività fondamentali della nostra istituzione.
Inoltre sottolineiamo come l’aumento previsto, a fronte della diminuzione di FFO introdotta dalla legge 133/08, porti necessariamente nella direzione di sforare il tetto massimo del 20% dello stesso previsto per legge alla contribuzione studentesca. A tal proposito la decisione del Senato Accademico di oggi denota un profilo preoccupante, da un lato per l’aspetto appena sottolineato, cioè il superamento di un limite previsto dalla legge; dall’altro perché pone Padova nel solco che i provvedimenti governativi di questi anni hanno voluto creare nel nostro sistema della formazione, andando a “insignirci” del merito di diventare la terza università pubblica in Italia per contribuzione massima più elevata , sopra a moltissime università private del nostro paese.
Crediamo che senza dialogo reale fra tutte le componenti accademiche non possa esistere un vero progresso per l’ateneo nelle decisioni assunte dagli organi collegiali, che diventano meri luoghi di ratifica delle volontà di chi governa l’università, limitando di fatto ogni potere alle rappresentanze che li compongono.
Nessuna questione di urgenza può consentire a chi detiene le redini del nostro ateneo di assumere decisioni che toccano sessantamila persone senza un minimo di condivisione, procedendo a tappe forzate dalla presentazione all’approvazione definitiva del progetto in un mese.
In questo senso vogliamo gridare un richiamo al senso di responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti dell’istituzione della quale facciamo parte, confermando la nostra disponibilità a un dialogo serio e approfondito per raggiungere decisioni condivise su problematiche così importanti.
Nonostante la nostra posizione relativamente agli emendamenti presentati sia stata di appoggio, nella direzione di tutelare gli studenti delle fasce più basse per garantire il loro diritto allo studio e all’accesso secondo quanto previsto dall’art. 34 della costituzione e di migliorare la posizione degli studenti lavoratori, la manovra presentata e posta in votazione, per quanto tuteli l’equità sociale e accentui la proporzionalità della progressione della contribuzione, desta forte perplessità per l’enorme entità della sua portata e per tutte le ragioni già elencate in precedenza e sufficienti a portarci a esprimere un voto negativo nei confronti di questa proposta.